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venerdì 2 dicembre 2011

INCONTRO REALE




Un sorriso cordiale da parte della Regina e un inchino smagliante ma appena accennato da Yoko Ono; sprizza affabilità l'incontro tra le due leggende viventi, avvenuto durante una visita al Museo di Liverpool.

ASSANGE: ECCO CHI CI STA SPIANDO




LONDRA. Sistemi di sorveglianza di massa che ci spiano intrufolandosi nei nostri cellulari, indirizzi di posta elettronica e computer, costruiti dalle aziende occidentali per le agenzie di intelligence: sembra un film di spionaggio hollywoodiano, invece, secondo WikiLeaks, è la realtà tessuta da 160 imprese, che avrebbero sviluppato e offerto a 25 governi tecnologie per controllare i propri cittadini.
Rivelazioni contenute in SpyFiles, un database    di  287 file con le prestazioni offerte dalle società di sorveglianza, pubblicato ieri per sferrare un «attacco di massa contro questa industria della sorveglianza di massa» ha spiegato Julian Assange alla presentazione a Londra. «Chi di voi ha un iPhone? Chi ha un blackberry? Chi usa Gmail? Beh, siete tutti fregati», ha detto,  precisando che tra i paesi che stanno sviluppando questi «sistemi» ci sono gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, l’Australia, il Canada, il Sudafrica e anche l’Italia. Libia e Siria, invece, li avrebbero impiegati. 

400.000 STERLINE PER LE MEMORIE DI PIPPA





Philippa Middletoon è diventata più celebre della sorella Kate e non solo per il suo famoso lato B. La ragazza è una vera party girl, un'esperta quando si tratta di eventi mondani, come far fruttare tutta questa conoscenza? Semplice, basta scrivere un libro sull'argomento. La casa editrice britannica Penguin avrebbe offerto a Pippa una cifra da capogiro per il suo debutto letterario: 400 mila sterline ovvero quasi 500 mila euro. Non male per un'esordiente nel campo letterario.

Fonte leggo.it
  

IL PRIMO NATALE DI KATE CON LA REGINA





LONDRA - Il 29 aprile scorso Kate Middleton ha sposato il Principe William. Una vita blasonata ha i suoi vantaggi, ma le pressioni da sopportare non sono poche e anche le festività natalizie assumono una diversa importanza. Il primo Natale di Kate come moglie dell’erede al trono si sta rivelando più difficile del previsto: il protocollo reale prevede più di un cambio d’abito durante il soggiorno nella residenza di campagna a Sandrigham. La Duchessa è stata così avvistata a King’s Road alla disperata ricerca di capi di abbigliamento che le permettano di non sfigurare di fronte all’ingombrante famiglia. Fortunatamente alla Middleton non manca gusto nel vestire. Ma l’impresa è alquanto ardua, visto che, come ha riferito l’esperto di galateo reale Jean Broke- Smith, le toccherà cambiarsi almeno cinque volte al giorno: «Non potrà indossare lo stesso abito due volte. Kate avrà bisogno di un abbigliamento casual per la colazione, di un abito elegante, con cappello, per la funzione in chiesa al mattino, un altro vestito per il pranzo, un abito da cocktail per il drink nella prima serata e, infine, un abito lungo per la cena». Per non sbagliare, pare che Catherine si sia affidata alle creazioni di Alexander McQueen. Certo che la vita al "Palazzo" non è poi così semplice...

GCHQ: PARTE LA CODE-CRACKING COMPETITION

Stanco di spie classiche di scarsa finezza, il cui ardore fisico sembrava suggerire un intero arsenale di astuzie grossolane e leggermente preistoriche, Iain Lobban, capo dell’agenzia britannica di intelligence Gchq ha deciso di aggredire le minacce del terzo millennio inventandosi una sorta di pesca a strascico dei cervelli più tecnologicamente raffinati del Regno Unito attraverso una gara pubblica cominciata il 3 novembre e aperta fino al 12 di dicembre: la code-cracking competition



Il Gchq ha creato un sito web contenente una tavoletta alfanumerica che custodisce all’interno un codice capace di consentire l’accesso diretto ai dati del Quartiere Generale di Celtenham, una sorta di Pentagono inglese dove si combatte un’estenuante lotta contro i criminali cibernetici, terroristi, Paesi ostili, organizzazioni malavitose, hacker selvaggi, pedofili e pazzi - o geni - di ogni sorta. Chi scopre il codice può compilare i moduli di richiesta per farsi assumere assieme a docenti universitari, ingegneri e portentosi matematici, alla Cyber Security Specialists, una squadra voluta da David Cameron dopo che il rapporto dell’Intelligence and Security Committee ha sottolineato l’inadeguatezza della struttura difensiva di Sua Maestà di fronte ai pericoli della rete. «Ci siamo rivolti anche ai social media, ai blog e ai forum perché il target di questa campagna non poteva essere attirato con i metodi tradizionali. Probabilmente si tratta di giovani totalmente all’oscuro della nostra necessità di assumerli», comunicano a Celtenham



Così è partita la caccia ai geek. Due i requisiti inderogabili. Non avere condanne per hackeraggio illegale ed essere cittadini britannici. Problema: come si garantisce che i singoli partecipanti alla gara arrivino alla soluzione per conto proprio? «Non si garantisce. Non possiamo impedire di copiare, ma è anche vero che una scelta di questo tipo ha già stimolato un dibattito straordinario. E tanto ci basta»



Il governo ha investito 650 milioni di sterline per rendere la rete sicura. Una cifra ragionevole se si considera che i danni provocati dai webpirati lo scorso anno sono stati stimati in 27 miliardi. Il sottosegretario alla Difesa Francis Maude ha chiarito che l’esecutivo si sta muovendo su più livelli. «Vogliamo mettere in comunicazione aziende pubbliche e private perché consapevolezza e conoscenza sono la chiave per battere i nemici, ma soprattutto vogliamo trasformare la Gran Bretagna nel Paese più garantito del pianeta per gli affari su internet». Un mercato che rappresenta il 6% del prodotto interno lordo (un punto in più dell’agricoltura) e che entro cinque anni assumerà 365 mila persone



Iain Lobban, nel corso della conferenza internazionale contro i cyber-terroristi che si è tenuta a Londra all’inizio di novembre ha raccontato che nel corso del 2010 «sono stati portati pesanti attacchi al ministero degli esteri e ad altri dipartimenti governativi». E la baronessa Neville Jones ha puntato il dito contro i Paesi più pericolosi: «Sono Russia e Cina a guidare la fila e ora serve una collaborazione globale per proteggersi». Ma in questo mondo rovesciato, destinato a combattere contro sistemi avvelenati come Zeus e Spy Eye - che ora minacciano di fondersi in un unico diabolico pianeta del male - servono nuovi guerrieri. E se una volta c’erano spie la cui fermezza tendeva a trasformarsi in ostinazione e l’attitudine per le decisioni immediate in totale rifiuto di pensare, oggi, invece, conta solo il pensiero, strumento molto più pericoloso delle armi tradizionali.




fonte: lastampa.it